Fintocolti e Maya
Beh, ormai si può dire: Avevano ragione loro. I maya, intendo. Hanno colorato il loro calendario fino a un certo punto e ci hanno lasciato i pennarelli. Noi li abbiamo osservati per qualche secolo, poi li abbiamo fotografati.
Hanno vinto loro, certo che sì. Sono ovunque, i Maya sono dietro ogni amarezza fintocoltamente nascosta, dietro ogni fine rimboccata in fondo al letto. E il mondo è un enorme letto a castello, il pigiama-party delle intenzioni. È finito il mondo loro ma non comincia il nostro.
A distanza di un paio di giorni, siamo perfettamente capaci di analizzare brevemente lo schieramento del fintocolto davanti alla conclusione del tutto: la snobba. Su twitter.
Zitto zitto invece ci spera: il testimone della fine, il prescelto, fuoco e fiamme, scusa per non lavorare, possibilità – nel parapiglia generale – di entrare in un supermercato e sfinirsi di nutella dopo aver finalmente tuffato la mano in quei grandi vassoi di insalata russa nel reparto gastronomia.
Ci si sistemano gli occhialoni sul naso e via, verso la fine dell’inizio di un altro mondo a lenti più fini. C’è poco da fare, quei pennarelli son buoni solo in foto.
I Maya hanno ragione da tempo e la triste verità in tutto questo è che finito il mondo, restano le paure. Rimaste le paure rimaniamo noi. Rimasti noi, restano i coglioni.