La modalità con cui viviamo il web è fondamentalmente quella dell’Harlem Shake.

Sfogliamo giorno dopo giorno le nostre noie e le nostre gioie: lavoriamo, cerchiamo lavoro, ridiamo, piangiamo, ci facciamo lasciare o lasciamo, compriamo e siamo comprati. In ognuna di queste pratiche siamo incredibilmente seri, responsabilmente convinti.
Siamo tutti occupati, seri, diversamente colorati ma sempre coperti dalla china.
Poi succede che qualcuno accende il computer, apre Facebook e comincia a ballare: spara una maxi boiata o una inciampatissima verità. Anzi, spara per forza una verità, in ogni caso. Chi usa internet ha ragione.
Pochi istanti dopo, l’apoteosi dell’incespicare: ognuno a proprio modo, ognuno inspiegabilmente serio, ognuno maledettamente convinto. Tutti a ballare.
Mi chiedo se sia sempre stato così, se questa necessità di partecipare a tutti i costi all’inutile sia sempre esistita o sia fenomeno gonfiato dai social network e capolavori d’arte a pedali. Non è banale: davvero balliamo su qualunque cosa, tutto è di tutti, tutti sanno tutto, tutti sanno fare tutto e correggono altri che comunque sanno fare tutto.
E chi sa fare davvero qualcosa sparisce.
Perfetto: meno male che non so fare niente. Che poi tanto nessuno sa fare niente.
Non credi? Scrivilo.
Harlem Shake!