Bentornato fogliame croccante
Ecco il fintocolto (con un rinnovato disordine estetico) di ritorno da una pausa estiva che non ha potuto neanche utilizzare come fonte di buoni propositi, avendone in precedenza troppi affidati a essa stessa per poi, perso anche questo lungo attimo caliente, rimandarli di nuovo a un autunno in definitiva sempre piuttosto accogliente. È una sicurezza, l’autunno. Non è esasperato, non è troppo lungo, si nasconde quatto quatto. In autunno ci si può preparare con tutta calma. Si possono comprare gli ingredienti per poi averli a disposizione per tutto l’inverno, decidere di cucinarli in primavera con quel buon profumo di lontano, e poi avere tutta l’estate per sbagliare. Cuocere troppo il vagheggiamento, la decisione, la nuova sicurezza o la stagionata prudenza. E poi d’estate ti trovi lì, con i negozi chiusi e un bel tizzone in mano, nonostante a ferragosto di qualcosa si abbia bisogno sempre e non esiste dispensa o languidezza che possa bastare. Che poi sei felice comunque, nonostante l’imperfezione a soffietto, perché l’estate è l’unica stagione che ci pensa da sola e non ha bisogno di nessuna direttiva.
Benvenuti in autunno dunque, perso il tizzone in fondo al lago montano o tra gli scendiletto di foglie croccanti, per tornare al supermercato prima che torni l’inverno.