A Macchia D’Odio #11
Ho fatto un disegno, ti ho disegnato. Ti ho ripreso poco prima che tu cascassi, sull’orlo di un pendio abbozzato sulla montagna appositamente perché tu potessi cascarci. Ho disegnato poi il sole a bruciarti il viso, anche se avevo immaginato la scena in piena notte, perché meglio si colorasse la tua fine e più nitido fosse l’istante in cui il tuo cuore ha accelerato prima di spegnersi, di colpo.
Ho accelerato anche io con la matita in mano, inabissato giù e oltre i confini di quell’effigie del tempo, fino a che il foglio non è diventato un groviglio di vene nere a carboncino. Un gomitolo di asfalto, dolce e prezioso.