Il fintocolto, i piccoli errori, la vergogna
Il Fintocolto prova vergogna quasi ogni giorno, quasi per tutto il giorno …
Il Fintocolto prova vergogna quasi ogni giorno, quasi per tutto il giorno: che sia per giorni passati o per il buongiorno che si vergogna di dare ai giorni futuri, ci sarà comunque un qualche momento di giorno passato che giornalmente lo destabilizza.
Ricominciamo: il fintocolto prova vergogna quasi ogni giorno. Avendo nel corso del tempo cambiato pensiero, azione e stile con una frequenza pari a quella dei battiti di cuore durante i migliori film di Dario Argento, ma con un’attenzione pari a quella che Dario Argento dedicherebbe a un film sulla nascita della pizza napoletana e il suo successivo incontro con il prosciutto e i funghi, l’amico fintocolto ha lasciato per strada un sacco di pezzetti di convinzioni passate in forma d’errore, quasi come le briciole di pane utili a far tornare a casa il proprio languore perenne e inconfessabile, pur quasi sempre tacitamente confessato.
È stato un debole, il fintocolto: c’è stato un tempo in cui ha ascoltato per più di una volta un pezzo Pop e con estremo gusto. C’è stato un altro tempo in cui ha loscamente scaricato un paio di pezzi da discoteca. Ma non può dirlo: questo sarà il nostro piccolo segreto, così si rivolge allo specchio notando che il ciuffo è passato ad essere, causa umidità, da intellettul-dandy a auto tranviere affranto. Il fintocolto si emoziona, è sensitive come i migliori detergenti intimi: questo nessuno lo potrà mai correggere. Si affanna a inveire contro chi ascolta Ramazzotti e contro quei coglioni – spesso oggettivamente coglioni – che si sbattono nelle discoteche neanche avessero scritto sopra Spalding. Ma niente, l’ha fatto anche lui proprio come ha letto qualche rivista per signore in sala d’attesa, ha odiato una marea di poesie, non ha capito una mazza in un sacco di libri e – sì, è vero ed è così – ha avuto ai piedi le Nike Shox, ne ha goduto.
Da dove veniamo, chi siamo e dove andiamo? Ai 2/3 di queste domande il fintocolto ha risposte alle quali avrebbe lungamente preferito l’incoscienza artisticamente operosa di molte generazioni passate rispetto ai nostri Tempi Bui. Lo salva la terza domanda, dentro la quale può cullarsi coccolato dalle vergogne scaturite dalle domande precedenti e sentirsi finalmente, nuovamente un gran bell’intellettual-dandy. Sistemato il ciuffo, intanto si risponde: a comprare le gomme da masticare. E poi si vedrà.